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"Tratto dal sito www.australiatwin.it"
"Ce l'ho fatta!" Questo il mio pensiero se guardo indietro di quattro settimane e... scruto un ragazzo in sella ad una moto, carica dei bagagli e si dirige spedito verso nord, intento a lasciare un Paese colorato e misterioso... ma soprattutto vastissimo! Asfalto, sudore e polvere mi hanno accompagnato dall'inizio di questo viaggio, ma stavolta hanno altra compagnia con sé: clacson, buche e pazzia! I clacson sono una costante in India, la gente li usa per segnalare la propria presenza a tutto l'universo circostante, visto mai che nessuno presta attenzione a dove mette le ruote e chi lo circonda. Le buche sono una caratteristica delle strada indiane come il formaggio sui maccheroni: ce ne sono in abbondanza e di tutti i gusti, da quelle che ti fanno sobbalzare a quelle che ti fanno grattare il paramotore quando ne esci (se hai la fortuna di farlo!) Ma tutto ciò non sarebbe nulla senza la pazzia attraverso la quale ho dovuto condurre me e la mia amata per 1700 km in cinque giorni. In molti tratti la media velocistica era di appena 40 km/h, nonostante l'impegno ed i rischi nello schivare mucche, passanti, autobus, motorini, camion, trattori, scimmie, biciclette e cani. Ma la pazzia di cui vi parlo non è di chi guida contromano in autostrada... non è di chi attraversa senza guardare o di chi sorpassa dinanzi ai tuoi occhi e poi ti lampeggia come a dirti "Ora tocca a te scansarti!) No, la pazzia è quella di afforontare tutto questo a pieno gas, senza soste e senza pause, senza paura (almeno all'inizio...), senza assicurazione e sopratutto... con una scadenza prefissata: 14 dicembre, ovvevo la data ultima del visto! Dopo le poco piacevoli (definiamole cosí) esperienze dell'Iran non ho voglia di infrangere altre regole immigratorie, dunque trotta a nord e polso ben ruotato. In tutto questo delirio rischi la vita un bel po' di volte e non lo dico per vantarmi. A ripensarci, credo solo la mia voglia di NON incontrare nessuna divinità locale sia stato il fattore determinante a lasciare indenne il Paese. O quasi, nell'ordine: tre ragazzi su uno scooter mi hanno centrato una valigia, un tizio in bicicletta mi si è agganciato cadendo rovinosamente, un rimorchio con sopra un carrarmato (!) mi ha butato a terra in manovra, un autobus ha inchiodato fermandosi a venti centimetri da me, un camion mi ha fatto sbandare fuoristrada e un paio di volte ho rischiato di investire gente che attraversava dietro le curve. Come se non bastasse, ad Agra un ragazzo mi ha fatto cadere la moto, rompendo il cupolino e parte della carena. Ho dovuto passare la nottata e parte del giorno successivo in Polizia per acciuffarlo e farmi dare un piccolo risarcimento... un ritardo grandissimo considerando il tragitto. Ma non era abbastanza, visto che nella notte fra il 13 e 14 (ovvero 24 h prima della scadenza del visto) il regolatore di tensione mi ha abbandonato in piena autostrada. Risultato: pezzo da sostituire (per fortuna ero preparato), necessità di aspettare la mattina per ricaricare la batteria e ripartire, finalmente, per dieci ore di guida ininterrotta... senza pause per riposare, mangiare o fare i miei bisogni! Risultato: dopo chilometri di rabbia, rischi, paure e tenacia... finalente raggiungo la frontiera fra India e Nepal. sono semplicemente distrutto, consumato, puzzolenete, ma felice e soddisfatto di avercela fatta! Queste parole non sono abbastanza per esperimere quanto davvero mi sia sentito ridotto ai minimi termini fisicamente parlando... ma pieno di vita e soddisfazione al momento di varcare la soglia fra i due Paesi! Questo un riassunto, breve, di quel che ho passato minuto per minuto, metro dopo metro, fra polvere e sudore. Sul mio sito www.australiatwin.it potrete trovare una descrizione 'minuto per minuto' di tutti i pensieri, le emozioni e la fatica provata nel corso di quelle che, per me, resteranno i cinque giorni più duri e rischiosi di tutta quest'avventura. Le soddisfazioni, certo, arrivano dopo prove come questa... adesso posso godermi il tempo che intercorre fino alla prossima prova!