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"Tratto dal sito www.australiatwin.it"
“Io sono spostato!” Mi è stato suggerito di scriverlo sulla mia maglietta quando ho diffuso in famiglia la notizia di questa mia idea. In effetti sarebbe quasi condivisibile pensare che chi ti sta dicendo una cosa del genere o ti stia prendendo per i fondelli, o non ci stia tanto con la testa. Eppure c’è una terza ipotesi…
Sono Massimiliano Perrella, classe ’81, nato a Termoli (Molise), aspirante cittadino del mondo. Da sempre coltivo la passione per la moto finalmente realizzata nelle sembianze di una Yamaha Super Ténéré prima ed un’Honda Africa Twin dopo… e adesso.
Difficile spiegare le emozioni e le sensazioni che una motocicletta sa regalare: difatti non mi cimenterò nella difficile impresa di descrivere il senso di libertà e di avventura che porta con sé. Ma posso tentare di spiegare i perché di un’avventura così particolare e così impervia.
Forse sono gli stessi motivi che mi hanno fatto decidere, a gennaio 2010, di abbandonare un contratto a tempo indeterminato per inseguire i miei sogni. Sì, perché una vita omologata e scontata proprio non riesco ad accettarla. E così da direttore di centro commerciale decido di mollare un buon stipendio, un posto di lavoro ambito e una sicurezza (di questi tempi) per cercare di trovare una strada migliore. Migliore sì, perché i miei parametri di scelta non sono solo economici. E così cambio tutto, proiettato verso un lavoro più piacevole (sebbene precario), creativo e stimolante. Ma anche l’entusiasmo di aver realizzato il mio sogno ed esser diventato un copy writer (cosa per la quale ho tanto studiato) dura poco. Peccato, il lavoro mi piace e parecchio, ma anche qui trovo gli stessi problemi e mi scontro nuovamente con grettezza, vacuità e meschinità. “Ma è possibile che la realtà odierna sia governata solo dall’egoismo ed ogni cosa venga valutata unicamente in base al fattore costi/benefici?” A me questo sistema di valori non piace per niente. “Che sia strano io?”
E così inizio a guardarmi intorno, pensando ad un’ennesima alternativa. Ma, a ben vedere, la situazione nello “stivaletto” (Precario il mondo, Daniele Silverstri) non è proprio rosea: le possibilità ci sono, ma sembra tutto in stallo, fragile. Le scelte delle persone appaiono dettate più dalla necessità che dai desideri, le opportunità scarseggiano e tutto sembra vada a rilento, se non addirittura sia immobile.
Ed è così che, in una notte insonne, in cui non faccio altro che girarmi e rigirarmi nelle lenzuola, la mia mente partorisce un’idea totalmente inaspettata. L’intenzione è di convogliare tutte le mie esperienze, aspettative, insoddisfazioni, disillusione (mista a voglia di non accontentarsi) e soprattutto la mia voglia di vivere in un’esperienza unica. E prendo la mia decisione: parto per l’Australia.
“Accidenti però, come farò in terra straniera senza la mia bella a due ruote?” Questo pensiero mi attraversa per un nanosecondo. “Nessun problema: ci vado con lei!” Incredibilmente, nel momento stesso in cui realizzo quest’idea, capisco che non sto facendo altro che concretizzare quel che ho sempre sognato. E la sensazione che ne scaturisce è a dir poco elettrizzante. Che notte straordinaria!
Ma non è una decisione presa alla leggera: mi piace l’idea, forse più grande di me, ma mi fa anche paura, non sono un bimbo che sogna e basta. È una decisione forte, sia per la destinazione, che per il tempo, i chilometri, la lontananza da affetti e luoghi che sento ‘miei’. Ma più ci penso e più realizzo perché m’è venuta quest’idea e, soprattutto, perché ho deciso di portarla avanti. Non è un tentativo di evadere dalla realtà, non mi aspetto il Paese dei Balocchi né tanto meno di stravolgere la mia vita. Però mi aspetto di scoprire un lato di mondo in cui le cose, forse, girano diversamente (e non mi riferisco alla guida a sinistra). Spero di trovare un posto in cui se qualcuno merita, e s’impegna, viene premiato. Un posto dove ci sia più rispetto per le persone e per la natura. In definitiva: un posto ‘diverso’.
Di sicuro l’Australia non è il Paradiso Terrestre e forse tutte le mie aspettative saranno smentite. Ma, in fondo, quel che conta è provarci. Provare a vedere come la pensano dall’altra parte del mondo e capire un po’ di cose. E qualora non trovassi tutto ciò, almeno saprei di dover cercare da un’altra parte. Non sono alla ricerca della felicità: quella è una cosa che ognuno di noi deve avere dentro. “Ovunque andremo, noi saremo il nostro unico compagno di viaggio e cercare di stare bene da qualche altra parte è del tutto inutile se non si sta bene con noi stessi.” Socrates et Seneca docent. Ecco perché so che quel che cerco non è la felicità: quel che voglio, fortissimamente, è imparare ad assaporare la vita, gustarmi ogni attimo del presente e vivere con dignità e felicità.
In fondo, la vita stessa è un percorso di perfezionamento. Un percorso è un cammino. Un cammino è un piccolo viaggio.
E allora: “Che viaggio sia!"