Presentiamo un interessante tour in Trentino Alto Adige che parte e si conclude a Bolzano. Tra gli stupendi altopiani prealpini, vigneti a pergola e paesini dall'anima medievale
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Bolzano via del Brennero, che dal Medioevo fu la maggiore via di scambio tra l'Italia e i paesi tedeschi, porta visibili i segni dello scontro-incontro tra culture differenti. Segni che hanno stilato la sua storia. Per chi arriva da nord, è l'ingresso oltre il quale si entra nel mondo latino. Il nostro viaggio comincia proprio qui e si incanala verso San Genesio, non senza aver fatto una breve visita nella parte più antica della città, che ha il suo cuore in piazza delle Erbe con le sue dinamiche bancarelle. A destra, si apre via dei Portici costeggiata da caratteristici edifici gotici con facciate variopinte e le originali finestre sporgenti che sono chiamate "Erker". All'imbocco della via troviamo la fontana di Nettuno, opera settecentesca di Georg Mayr. Nel nucleo più antico di Bolzano sembrano echeggiare ancora i suoni delle botteghe artigiane, che ormai si sono tramutate in negozi, pur preservandone la struttura originale. Prima di abbandonare la città, è consigliabile recarsi nella parte dove, oltre l'Isarco, si trova una ripida viuzza che sale a Virgolo, costone roccioso dove si trova un belvedere che si affaccia sulla conca rigata da tre fiumi. Solo sei chilometri dividono la città da San Genesio Atesino, l'altopiano del Salto al quale fanno da scenario le Dolomiti, immerso nella natura specifica del luogo, con le sue antiche locande che vale la pena di vedere. Il paese sorge tra i pascoli, a 1087 metri di altitudine. Una piacevole deviazione è rappresentata da un'escursione su strada percorribile fino a Campitello, un caratteristico maso alpino con fantastica vista sul Catinaccio e la Cima d'Asta, il Cimon della Pala, il Corvo Bianco e il Corvo Nero. Poco discosto ecco Terlano, che si tocca attraverso un tratto della Valle dell'Adige verso Merano. Sdraiata tra i vigneti a pergola, la città salvaguarda un grandioso ciclo di affreschi. La strada che si inserisce nella morfologia anomala del terreno passa fra piccoli centri come Meltina e Avelengo, per arrivare finalmente a Merano, da più un secolo tappa termale e climatica. La città occupa il bacino che alla confluenza del torrente Passirio nell'Adige contrassegna l'uscita della Valle Venosta. La sua anima medioevale ci accompagna al Castello Principesco e, lungo la particolare via dei Portici, al Duomo di San Nicolò. Tra la riva sinistra del Passirio e i due quartieri di Maia alta e Maia Bassa si giunge alla zona più moderna del centro abitato, dove fra raffinati palazzi neoclassici e liberty risaltano le Terme. Poco fuori città la panoramica passeggiata Tappeiner conduce a Quarazze, la porzione che custodisce la pregiata chiesa di San Pietro, con affreschi dell'XI secolo. La popolarità di Merano risale alla metà dell'800 quando i nobili d'Europa si sono avvicendati in frequenti soggiorni. Prima di allora Merano è stata una cittadina di provincia chiamata con disprezzo la "città delle vacche" per le mandrie di mucche che passavano sotto i portici. Sulla strada del ritorno verso Bolzano, ci si trova nel territorio che abbraccia Lana e l'altopiano prealpino di Tésimo (Tisens) con i suoi castelli e le sue chiese. Lana ha una delle opere d'arte più importanti del Tirolo, il famoso Altare di Hans Schnatterpeck. Il paese è immerso in uno scenario di frutteti che, principalmente in primavera, si incastra in quel mare di fiori che avvolge l'intera valle dell'Adige, da Bolzano a Merano, offrendo uno spettacolo davvero divino. A Lana di Sopra, poi, vale la pena una rapida deviazione, che guida alla stazione della funivia per Monte San Vigilio. Malles, in Val Venosta, si propone al visitatore con i tipici profili dei campanili romanici e gotici e del mastio cilindrico di castel Fròhlich. Nel paese la chiesa di San Benedetto (IX sec.) custodisce il più importante ciclo di affreschi carolingi d'Europa. La struttura del fondovalle si differenzia da tutte le altre valli altotesine: è un'alternanza di grandissimi piani inclinati non allineati. Ne sono cagione i popolari coni di deiezione, possenti masse di pietrisco che finiscono giù dalle ripide vallette rovesciandosi sotto forma di smottamenti nell'ampia valle maggiore, dove si aprono a ventaglio e prendono la forma di semicono o di tre quarti di cono. Indirizzandoci verso Bolzano, procediamo da Appiano sulla Strada del Vino, che sorge ai piedi della bastionata rocciosa del Penegal-Macaion fra prosperi vigneti e frutteti. E giunti a Bolzano, prima di tornare a casa, sarà una letizia per gli occhi e per il palato sporgersi alla vetrina di un fornaio dove sono mostrate ceste di vimini contenenti infiniti sapori, in una miscela di farine di grano saraceno e integrale, semi di papavero, semi di mocchio, spezie, lino, anice, avena e miglio.
Ciao Michele, sarei
Collegamento permanente Submitted by Roberto Basso on 13 Novembre 2024.